Chiara racconta

La storia di Castagneti inizia cosi…

Martino era un capomastro muratore, era sposato da qualche anno con la giovane Anita e viveva al Castello di Monteacuto Vallese. Ereditò alla fine degli anni 20, un piccolo podere chiamato Castagneti in cui pensò di trasferirsi per far crescere la sua famiglia.

Giorno dopo giorno si costruì la sua casa in sassi, che cresceva al crescere della famiglia. Coltivava il terreno e allevava gli animali da cortile, fondamentali al sostentamento della famiglia.

Martino aveva una grande abilità nel costruire e lo chiamavano spesso per costruzioni di pregio.

Martino e Anita riuscirono a mantenere il podere e la famiglia con le proprie forze, trasformandolo in una piccola impresa con mucche, pecore, latte, formaggio, cereali e una cura speciale e autonoma di tutti i suoi attrezzi agricoli.

Poi la Guerra. Siamo sulla linea gotica, punto cruciale per il passaggio dei Tedeschi. Tanti i racconti sul nascondere i bimbi al suono della sirena nei rifugi del paese: la canonica della Chiesa e casa Taglioli. Martino costruì il suo di rifugio, ricavandolo dalla roccia che affiancava la piccola stalla, quella che ora è una delle sale del ristorante. Le bombe cadevano sopra di loro, si salvarono tutti. La Guerra finì.

Nel 1955 Giorgio, l’unico figlio maschio, tornò dal collegio. Aveva 15 anni e iniziò ad aiutare il babbo Martino a ristrutturare il podere aumentando le attività agricole e contemporaneamente quelle della piccola impresa edile della famiglia. Riuscirono anche a portare l’acqua fino al podere attraverso un proprio acquedotto cambiando completamente le abitudini domestiche.

I figli di Martino crebbero, si sposarono e si allontanarono dai Castagneti. Quando anche Giorgio si sposò, si trasferì in paese e con lui Martino e Anita, che abbandonarono con dolore la casa e il podere. La struttura rimase inabitata, utilizzata solo per le attività agricole.

Alla morte di Martino e Anita negli anni novanta, Giorgio ereditò il podere e lo trasformò interamente. Per sottrarlo all’abbandono e ristabilire l’autenticità e il pregio di quell’area naturale, trasformò le strutture rurali in attività agrituristica. Trasformò parte dei campi a cereali in frutteti piantando antiche varietà di mela, come florina e renetta. Con il tempo si dedicò anche a miele, orti, fiori e colture di grani antichi.

L’Agriturismo Castagneti ha aperto nel 1998 con una piccola sala ristorazione a conduzione strettamente famigliare e gestita da Mamma Chiara, che con la sua dedizione e cura ha saputo trasformare semplici ricette contadine in prelibatezze uniche.

Da allora l’attività agrituristica è in continua evoluzione, la sala ristorazione si è composta di più ambienti e sono stati realizzati gli alloggi a partire dall’antica torre. Una decina di anni fa è stato impiantato il primo vigneto di Pinot Nero e Chardonnay, a cui sono seguiti quelli di Moscato, Cabernet Sauvignon e Sangiovese.

La cultura contadina nella sua accezione più nobile, con al centro la salvaguardia del territorio e della natura, hanno naturalmente portato alla trasformazione dell’agricoltura convenzionale in biologica. Nel corso degli anni ci siamo dedicati alla ristorazione di qualità nel rispetto assoluto delle nostre primarie scelte di vita: gli animali, i campi, la freschezza del cibo e la qualità della vita intesa come lavoro e dedizione.